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A cosa serve sbloccare il Bootloader su Android. Pro e contro di questa operazione

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Normalmente i dispositivi Android di ultima generazione sono dotati di Bootloader bloccato, questo per preservare il sistema operativo stock installato sullo smartphone da danni che possono essere causati dall’installazione ad esempio di Rom non ufficiali da parte degli utenti, oppure modifiche ai file di sistema. Quando infatti viene rilasciato un nuovo dispositivo, la casa madre in teoria ottimizza al massimo la resa via software del device per tutti i suoi componenti hardware, rendendo quindi inutile la modifica del sistema operativo che se fatta male potrebbe causare dei danni seri.

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Quando il Bootloader viene sbloccato, solitamente in automatico decade la garanzia, quindi se lo smartphone viene portato in assistenza, i tecnici si possono rifiutare di aggiustare gratuitamente il device. “Si può nuovamente bloccare il Bootloader” dirà qualcuno, ma se il danno al telefono è grave e non è possibile riportare il Bootloader allo stato originale è sicuro che dovrete pagare di tasca per poterlo aggiustare in quanto risulterà una manomissione non accettata dalla casa madre.

Lasciando il Bootloader bloccato, non sarà possibile eseguire modifiche di modding importanti, come sostituire il sistema operativo originale installato dalla casa madre, che normalmente solo lei potrà aggiornare o correggere in caso di bug, pertanto, in caso di problemi, saranno loro a risponderne, ovviamente con la garanzia. Sbloccando invece il Bootloader, se si installa una Rom personalizzata e il dispositivo va in tilt, la casa madre automaticamente verrà esonerata da qualsiasi danno e garanzia, facendo ricadere ogni colpa sul possessore del device.

Sbloccare il Bootloader e successivamente apportare modifiche al sistema operativo, come ad esempio ottenere i permessi di Root, potrebbe portare il dispositivo a una maggiore esposizione verso virus e software dannosi che potrebbero causare malfunzionamenti su Android o rubare dati sensibili senza consenso.

Tuttavia, se si vuole installare una Custom Recovery come ad esempio la TWRP o la CWM, se si vuole installare una Custom Rom, oppure se si vogliono avere i permessi di Root per poter accedere a tutti i file del sistema operativo Android, lo sblocco del Bootloader è una operazione indispensabile. Ovviamente chi ha intenzione di sbloccare il Bootloader sul proprio device, sa bene a cosa può andare incontro, quindi perdita di garanzia e in caso di Rom poco stabili malfunzionamenti e bug più o meno gravi, che magari invece i firmware originali rilasciati dalla casa madre non avrebbero. Non dimentichiamo poi che installare una Rom Customizzata porterà quasi certamente alla perdita degli aggiornamenti OTA.

Allora perchè sbloccare il Bootloader su Android? A cosa serve se si può perdere la garanzia e si può avere il rischio di avere un dispositivo instabile dopo avere installato un nuovo firmware personalizzato? Innanzitutto va detto che tolto il fattore garanzia, lo sblocco del Bootloader non crea alcun danno al dispositivo a patto che il procedimento venga fatto tutto correttamente, non è poi detto che sbloccando il Bootloader e installando una Custom Rom funzioni male lo smartphone, anzi solitamente le Custom Rom fatte bene e rilasciate in via stabile non danno alcun problema e sono migliorate in certi aspetti funzionali rispetto a quelle stock.

Certo se uno va a installare una Rom Alpha è probabile che ci si ritrovi con qualche problemino lato software, cosa più difficile invece con una versione arrivata allo stadio di stabile, quindi dove tutto via software funziona alla perfezione ed è stata testata da molti utenti volontari. Un esempio di sblocco del Bootloader e cambio Rom, è utile ad esempio quando si vuole avere l’ultima versione di Android sul proprio dispositivo, ma la casa madre si sa già che ha abbandonato gli aggiornamenti ufficiali, in tal caso, l’unico modo per avere una versione di Android aggiornata, è quella di sbloccare il Bootloader, installare una Custom Recovery e installare la Custom Rom aggiornata all’ultima versione di Android. Ovviamente parliamo di aggiornamenti manuali fatti non in via ufficiale e creati da alcuni sviluppatori che si mettono d’impegno per adattare le ultime versioni Android ai dispositivi che ormai non ricevono più aggiornamenti dalle case madri. Un esempio di Custom Rom è Lineage OS, una Rom disponibile per tanti dispositivi Android, nata dalle ceneri di CyanogenMod e che rende ancora “al passo coi tempi”, dispositivi ormai obsoleti e non più aggiornati dalla casa madre.

Chi sblocca il Bootloader su Android, non è poi detto che lo faccia solo per poter installare una nuova Custom Rom, magari può farlo solo per avere una Custom Recovery, decisamente più completa di quella Stock, oppure per ottenere i permessi di Root e modificare alcuni file di sistema o utilizzare app che necessitano di questo sblocco. In ogni caso, qualsiasi sia la motivazione, lo sblocco del Bootloader comporta dei pro e dei contro come abbiamo potuto vedere in questo articolo, ma se sei uno smanettone so già che il Bootloader del tuo smartphone durerà ben poco bloccato e che saprai bene come evitare i contro di questa operazione che è il primo passo verso il modding di un dispositivo Android.

A chi quindi è consigliato sbloccare il Bootloader? Si consiglia di sbloccare il Bootloader se:

  • Si vuole iniziare con il modding vero
  • Si vuole avere una Custom Recovery
  • Si vuole installare una Custom Rom migliore e con una versione Android più aggiornata
  • Si vogliono avere i permessi di Root

Si sconsiglia invece lo sbloccare il Bootloader:

  • A chi non ha intenzione di perdere la garanzia (che in Italia è di 2 anni esclusi smartphone comprati fuori da Unione Europea come ad es. Cina)
  • A chi vuole sempre avere gli aggiornamenti ufficiali rilasciati dalla casa madre
  • A chi non è interessato al modding
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